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Home Page> PAGINE SINISTRA > Omelie festive > 20 marzo 2022 • Terza di Quaresima (C)
20 marzo 2022 • Terza di Quaresima (C)
Giovanni 8,31-59

1 - La dimensioni della fede

Il Vangelo della domenica “di Abramo” ci aiuta a capire il senso e verificare la qualità della nostra relazione con il Signore, che è ascolto, accoglienza e obbedienza alla sua volontà.
Per i non molti che hanno il privilegio di celebrarle e per i non pochi che trovano i modi di ascoltarle, le parole della Scrittura e della liturgia risuonano in questi giorni con potenza singolare.
Ecco alcuni esempi: Non aspettate a convertirvi al Signore, perché non sapete che cosa generi il domani. Dal mattino alla sera il tempo cambia (un responsorio). Anche l’incipit del Vangelo di oggi ci interroga: Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv 8,31).

2 - Le qualità dell'ascolto

Di questi tempi interpella soprattutto il verbo rimanere (stare, restare, dimorare). Per mesi e mesi ci sono stati detti degli slogan “salvavita”. Ecco il punto: cosa salva la vita? Per prudenza siamo stati invitati a “stare a casa”. Per arginare la pandemia e provare a sormontarla occorre rispettare i provvedimenti di emergenza, necessari per la tutela delle persone più fragili.
Ciò detto, va pure aggiunto che “stare a casa” non basta. È necessario sì, ma non sufficiente. Noi suoi discepoli siamo chiamati - senza bisogno di lanciare nuovi hashtag (che passano in fretta mentre ciò che abbiamo da dire si vuole perenne) - a rimanere nella Parola.

3 - La disponibilità all'accoglienza

Se, da un lato, il senso di fragilità percepito spinge a un più spontaneo rifugiarsi nel Signore, d’altro lato potrebbe non risultare spontaneo rimanere in Lui adesso, con la pronta disposizione ad ascoltarlo, con la sete di accogliere, discernere e fare la sua volontà.
Ricordiamo tutti la scorsa quaresima in cui fare davvero silenzio non è stato affatto facile: abbiamo dovuto sospendere i pensieri dalle faccende pratiche per riassettare il quotidiano.
E siamo stati invitati ad andare in disparte soli con Gesù per cercare di ascoltare quello che Lui ha da dire su tutto questo, fidandoci comunque della provvidenza… Una vera lotta.
Ma quando si riesce ad ascoltarlo, cogliendo la sua Parola, diversa da ogni altra, può fiorire una pace convincente anche più di ogni motto di rassicurazione: «Il tempo passato con Te è sottratto alla morte… e ritorno alla fatica del vivere con indistruttibile pace» (Carlo Maria Martini).

4 - L'apertura alla Verità e all'Amore

Chi nel silenzio ascolta la Parola, "rimette ordine" nella sua vita. Non è questione di ottimizzazione dei tempi, di appuntamenti ben incastrati e neanche solo di rispetto della gerarchia delle priorità. Non in prima battuta.
La Parola mette ordine nella vita anzitutto nel senso che permette a ogni singola azione d’imbeversi di senso, ordinandola all’unico fine: conoscere la verità. Ora, Gesù Cristo è la verità, e conoscerla significa amare Lui, come la sposa che “conosce” il suo sposo.

5 - La grandezza della libertà

Conoscere la verità rende liberi. Speriamo tutti di essere liberati, prima o poi, dal Coronavirus. Che non è il solo male, e nemmeno è il più grave.
Ma liberati e liberi possiamo esserlo fin d’ora, specialmente nel modo di comunicare.
Perché è vero che abbiamo mezzi eccellenti per farlo, ma non è automatico che le parole aiutino. Possono anche infiacchire. I media e le nostre conversazioni non sono immuni dal rischio di essere nefaste, di imbruttirci, di appesantirci nel lamento, di intristirci nell’agitazione. A noi discepoli che rimaniamo nella Parola, è chiesta ora una qualità supplementare nell’uso delle parole. In quelle che scegliamo di ascoltare (informarsi è un dovere, ma ponendoci anche un limite) e in quelle che ci troviamo a scambiare (badando alla qualità del linguaggio).

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